Latino
Presentazione della materia
La materia Latino si colloca all’interno dell’area delle Lingue, cui fanno parte quelle più gettonate, comunemente note come “moderne”, e quelle, meno appariscenti, dette “classiche”. A queste ultime appartiene l’idioma parlato dagli antichi Romani, il Latino appunto, che è lingua storicamente “conclusa” e, pertanto, non d’uso corrente, ma forse proprio per questo più viva e presente che mai.
È ormai un dato di fatto che buona parte del sistema di valori e delle conoscenze che compongono la cultura occidentale risulti dal modo in cui i Romani, verso i quali converge una bimillenaria tradizione mediterranea, hanno riflettuto su problemi contingenti ed esistenziali, cercando risposte e modelli che hanno lasciato segni indelebili in Europa sul piano linguistico, culturale, istituzionale e più in generale nell’ambito della storia delle idee, vera linfa del progresso umano nel corso dei secoli.
Grazie alla “lettura” e all’interpretazione delle testimonianze antiche, lo studio del latino al Liceo permette di ripercorrere un passato ricco e variegato, e di stimolare la curiosità di allieve e allievi, che gradualmente entreranno in contatto con il ricco patrimonio storico, scientifico, letterario, retorico e filosofico dell’Antichità classica, appropriandosi con graduale profondità di risorse in grado di promuovere lo sviluppo di abilità dialettiche su questioni a carattere sociale, politico, etico ed estetico e la consapevolezza che l’apprendimento del Latino sveli la duttilità della disciplina e la sua peculiare trasversalità formativa.
Grazie all’ampio bagaglio di conoscenze acquisite e agli stimoli ricevuti il percorso liceale con Latino permette ad allieve e allievi di intraprendere qualsiasi formazione accademica, sia essa di natura letteraria, umanistica o scientifica.
La conoscenza di autori, per non citarne che alcuni tra i tanti, come Plauto, Catullo, Lucrezio, Cesare, Cicerone, Livio, Virgilio, Orazio, Ovidio, Seneca, Tacito, Marziale, Quintiliano, Plinio, permette di sperimentare la profondità e l’universalità di un sapere che è servito da modello alla cultura occidentale.
Per gli studenti rappresenta, dunque, un’esperienza formativa particolarmente preziosa il poter riconoscere che gli esiti di queste indagini trovano forme nuove e familiari nello studio di altre discipline. La riflessione sui fattori che determinano il cambiamento di una lingua e le sue manifestazioni culturali si riverbera con forza nel percorso di studio dell’italiano e delle altre lingue – e non solo di quelle di matrice latina. I termini con i quali gli Antichi affrontano la complessità dell’essere umano – nel suo interagire con sé e con il mondo – sono un ineludibile e sempre fertile terreno di ispirazione e di emulazione non solo negli ambiti più evidenti delle scienze umane ma anche in quelli delle scienze esatte e sperimentali.
Osserva acutamente Nicola Gardini (Viva il latino. Storie e bellezze di una lingua inutile, Milano 2016, pp. 19-20): “Il latino letterario, in centinaia di capolavori, parla d’amore e di guerre, ragiona sul corpo e sull’anima, teorizza il senso della vita e i compiti dell’individuo e il destino dell’anima e la struttura della materia, canta la bellezza della natura, l’importanza dell’amicizia, il dolore per la perdita delle cose care; e critica la corruzione, medita sulla morte, sull’arbitrarietà del potere, sulla violenza e sulla crudeltà; e costruisce immagini di anteriorità, confeziona emozioni, formula idee sul mondo e sul vivere civile. Il latino è la lingua del rapporto tra l’uno e il tutto; del confronto complesso tra libertà e costrizione, tra privato e pubblico, tra vita contemplativa e vita attiva, tra provincia e capitale, tra campagna e città ... Ed è la lingua della responsabilità e del dovere personale; la lingua della forza interiore, la lingua della proprietà e della volontà; la lingua della soggettività che si interroga di fronte al sopruso; la lingua della memoria. L’intenzione parla latino; la protesta parla latino; la confessione parla latino; l’appartenenza parla latino, l’esilio parla latino; il ricordo parla latino.”
Articolazione dell’insegnamento
Primo anno di Latino
Si tratta di un corso di 4 ore-lezione settimanali a carattere propedeutico.
Secondo, terzo e quarto anno di Latino
A partire dalla II liceo lo studio del Latino è possibile scegliendo tra due percorsi:
- Uno implica la scelta del Latino come Opzione Specifica (OS) e la dotazione oraria è di 4 ore-lezione settimanali. La disciplina è materia di maturità in IV.
- L’altro prevede la scelta del Latino quale Lingua 3 (L3) per tutti coloro che seguono una OS diversa; la dotazione oraria è di 3 ore-lezione settimanali non soggette a esame di maturità. Per chi sceglie OS Greco, il latino continua ad essere considerato L3, ma ha una dotazione di 4 ore.